VINITALY, LA COOPERAZIONE VITIVINICOLA SUL PODIO

Verona, 13 aprile 2022 - L’edizione del Vinitaly che oggi chiude i battenti ha incoronato sul podio più alto una cantina cooperativa, che si è aggiudicata anche il premio come miglior vino bianco. Numerosi i riconoscimenti internazionali per le etichette delle cantine cooperative. Nel dettaglio, ad aggiudicarsi lo speciale Trofeo “Gran Vinitaly 2022 – Cantina dell’anno” è stata la cooperativa marchigiana Terre Cortesi Moncaro. È andato ad un vino cooperativo anche il Premio Banco Bpm per il miglior vino italiano, che è andato alla Cantina della Vernaccia, con l’etichetta Vernaccia di Oristano Doc Riserva “Judikes” 2008. È cooperativo anche il miglior vino bianco, il Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC Classico Superiore “Fondiglie” 2021 di Terre Cortesi Moncaro. Il riconoscimento come miglior vino dolce è stato infine assegnato alla Cantina Toblino, con il Trentino DOC Vino Santo “Puro” 2000. Ammontano infine a più di 150 le etichette di cantine cooperative che sono entrate nella prestigiosa selezione enologica di Veronafiere, la 5StarWines & Wine Without Walls.

Nella selezione, suddivisa in due sezioni - una dedicata ai vini convenzionali e l’altra ai vini certificati biologici, biodinamici o prodotti da aziende con protocolli di sostenibilità - sono rientrati i vini che hanno ottenuto un punteggio pari o superiore a 90/100. La degustazione alla cieca è stata realizzata alla vigilia del Vinitaly dalla giuria internazionale dell’evento, composta da circa 70 esperti – scelti tra Master of Wine, Master of Sommelier, diplomati WSET, Italian Wine Ambassador e Expert certificati dalla Vinitaly International Academy, enologi e giornalisti. Tutti i vini selezionati nella 5StarWines hanno beneficiato di una promozione che è iniziata a Vinitaly e proseguirà tutto l’anno. Saranno inoltre inclusi nella sesta edizione della guida ufficiale 5StarWines – the Book.

Il coordinatore di Alleanza Cooperative Agroalimentare Luca Rigotti ha così commentato: “La cooperazione vitivinicola non rappresenta solo quantità – il 58% circa del vino prodotto in Italia - ma è anche qualità, distintività e territorialità, un modello capace di condurre al meglio un percorso di valorizzazione, a partire dalle uve conferite da oltre 110 mila soci viticoltori”.

 

La cooperazione vitivinicola di Alleanza

Oltre 9mila addetti in 379 cantine cooperative, 110mila soci aderenti, una produzione pari al 58% del vino italiano, un giro d’affari di 4,8 miliardi di euro, il 40% del totale del fatturato del vino nazionale. Sono i numeri della cooperazione vitivinicola, un comparto particolarmente performante che vede ben 8 cooperative con fatturati superiori a 100 milioni di euro nei primi posti della classifica delle società vinicole per fatturato. Il fatturato aggregato derivante dall’export delle cantine cooperative è pari a 2 miliardi di euro, pari a circa un terzo di tutto il vino italiano commercializzato all’estero, che ha raggiunto la quota record di 7,1 miliardi di euro (dicembre 2021, +12,4% rispetto al 2020).

La valorizzazione dei soci è garantita da un livello medio di prevalenza mutualistica che si attesta ben oltre l’82%. In termini occupazionali, la cooperazione vitivinicola associata dà lavoro a oltre 9.000 persone, di cui il 67% è impiegato a tempo indeterminato.

 


Alina Fiordellisi
Ufficio stampa

VINITALY, DA BLOCCO EXPORT RUSSIA E UCRAINA PERDITE PER 200 MLN

“Il blocco dell’export di vini verso Russia e Ucraina produrrà per le cooperative vitivinicole perdite per oltre 200 milioni di euro. Anche se il peso delle esportazioni in questi paesi rappresenta in termini assoluti una quota marginale “nel commercio estero dei vini italiani, e nonostante il divieto di esportazione sia di fatto stato limitato solo a vini dal valore superiore a 300 euro, le nostre cooperative hanno sospeso le vendite per via delle inevitabili difficoltà di garanzia nelle transazioni commerciali. Il blocco delle esportazioni nei due paesi ha poi un effetto indiretto in termini di ricollocazione del prodotto, con la conseguenza di una maggiore competizione sui mercati della parte di invenduto in Russia, Ucraina e Bielorussia”.

Così Luca Rigotti, Coordinatore Settore Vitivinicolo di Alleanza Cooperative Agroalimentari sulle conseguenze del conflitto ucraino-russo sugli scambi economici delle imprese italiane di vino verso l’Europa dell’Est. “Ci sono inoltre problematiche inerenti l’attuazione della misura OCM Promozione vino sui Paesi terzi – prosegue Rigotti – con difficoltà ad attuare o proseguire attività previste nei progetti approvati. Insieme alle altre sigle della filiera vitivinicola, abbiamo chiesto che gli operatori che non riusciranno ad attuare le misure non incorrano nelle sanzioni previste e che vengano introdotte altre misure di flessibilità”.

L’export vitivinicolo italiano in Russia
L’Italia è il primo paese fornitore di vini in Russia, con una quota di mercato di circa il 30% e una posizione di leadership rispetto a Spagna e Francia. Nel solo 2021 le esportazioni di vino italiano sono cresciute del 18,4% rispetto all’anno precedente, raggiungendo un valore di 148 milioni di euro (+18% su base annua). Nel 2021 in Russia si è registrato un boom nella domanda di richiesta di spumanti (+25%). L’offerta è molto concentrata nei vini dolci e spumanti: 70 mila ettolitri (12% del totale venduto in Russia) sono rappresentati dalla Docg Asti spumante che esporta in Russia il 20% della produzione annua per un valore di 21 milioni di euro. Nel 2021 ha registrato +7,5% in volume e +2,5% in valore. Ammontano invece a 110 mila ettolitri (pari al 19% del totale venduto in Russia) le vendite di Prosecco per un valore di 38 milioni di euro. Nel 2021 ha registrato +63% in volume e +54% in valore.

L’export vitivinicolo italiano in Ucraina
In Ucraina l’Italia è leader di mercato e nei primi 9 mesi del 2021 ha registrato un incremento dell’import di vino italiani pari a un +20% in valore per i fermi frizzanti e un +78% per gli spumanti. Nel 2021 l’Italia ha esportato in Ucraina 42mila ettolitri di vino, per un valore di 55,5 milioni di euro, con un incremento del +30,1% rispetto all’anno precedente. Le esportazioni di vino italiano in Bielorussia hanno raggiungo nel 2021 un valore di 8,2 milioni di euro, con una crescita del 16,1% rispetto all’anno precedente.

La cooperazione vitivinicola di Alleanza Oltre 9mila addetti in 379 cantine cooperative, 110mila soci aderenti, una produzione pari al 58% del vino italiano, un giro d’affari di 4,8 miliardi di euro, il 40% del totale del fatturato del vino nazionale. Sono i numeri della cooperazione vitivinicola, un comparto particolarmente performante che vede ben 8 cooperative con fatturati superiori a 100 milioni di euro nei primi posti della classifica delle società vinicole per fatturato.
Il fatturato aggregato derivante dall’export delle cantine cooperative è pari a 2 miliardi di euro, pari a circa un terzo di tutto il vino italiano commercializzato all’estero, che ha raggiunto la quota record di 7,1 miliardi di euro (dicembre 2021, +12,4% rispetto al 2020).
La valorizzazione dei soci è garantita da un livello medio di prevalenza mutualistica che si attesta ben oltre l’82%. In termini occupazionali, la cooperazione vitivinicola associata dà lavoro a oltre 9.000 persone, di cui il 67% è impiegato a tempo indeterminato.

VINITALY, RIGOTTI: “NO ALLA DEMONIZZAZIONE DEL VINO E DELLE NOSTRE ECCELLENZE ENOGASTRONOMICHE”

Talk di Alleanza cooperative Agroalimentari con il ministro Patuanelli, il sottosegretario alla salute Andrea Costa, il prof. Giorgio Calabrese e il Presidente dell’Oiv Luigi Moio

Verona, 11 aprile 2022 – “Il vino è un prodotto che più di ogni altro contiene cultura, tradizione ed eccellenza e questo non è qualcosa di scollegato dalla salute. Contro i tentativi dell’Europa di introdurre etichette allarmistiche sul vino tutte le forze politiche e le associazioni di categoria hanno remato unite in una stessa direzione. Come per il Nutriscore, si tratta di una battaglia importante che ha come obiettivo la tutela di tutti i consumatori e non solo dei produttori”. Lo ha detto il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e forestali Stefano Patuanelli intervenendo al talk organizzato oggi da Alleanza Cooperative Agroalimentari al Vinitaly dal titolo “A tavola? Un bicchier di vino”.

Al talk ha portato il suo contributo anche il sottosegretario alla Salute Andrea Costa che ha evidenziato quanto sia “significativo in una riflessione sul vino che il ministero della Salute lanci messaggi positivi sul consumo di un prodotto che ha anche una valenza strategica nella tutela del territorio”.

“Il vino, fin dai tempi antichi, sia per le sensazioni di allegria che trasmette, sia per il contributo a rendere piacevole l’assunzione del cibo, è la bevanda simbolo della condivisione e della festa. È indubbio che un apporto fondamentale in questo suo ruolo, sia dovuto anche all’alcol in esso contenuto. Tuttavia, soprattutto per la sua naturalità e per i forti valori storici e culturali che esso trasmette è necessario separare nettamente la sua immagine dalle altre bevande alcoliche. Nel valutare i suoi effetti bisogna necessariamente tener conto dell’intero stile di vita delle persone, riflettendo sul fatto che nell’ambito di una vita sana ed equilibrata il suo consumo responsabile, legato ai pasti ed alla convivialità della tavola, è fonte di gioia. Infatti, non è per nulla un caso che negli ultimi decenni, l’immagine del vino sia cresciuta in un modo straordinario in tantissimi paesi dimostrando la sua vocazione universale. Lo ha dichiarato il prof. Luigi Moio, Presidente OIV (Organizzazione Internazionale della Vite e del Vino).

“La nostra dieta ci insegna a consumare in modo equilibrato un po’ di tutto, senza eccedere”, gli ha fatto eco il Prof. Giorgio Calabrese, Presidente del comitato nazionale della sicurezza alimentare del ministero Salute. “In effetti, ha prevalso il buon senso perché c’è una profonda differenza fra abuso e consumo moderato e responsabile. Il vino in particolare fa parte della Dieta Mediterranea ma bisogna ricordare che la salute non si tutela demonizzando un settore o un singolo prodotto che è legato alla cultura e allo stile di vita dell’Italia che è leader mondiale di longevità”.

“I lavori di oggi rappresentano un momento di riflessione contro la continua demonizzazione di alcune delle nostre eccellenze agroalimentari. Dalla bistecca fiorentina alla pizza. Dal latte ai formaggi. È toccato anche al vino”. Così Luca Rigotti, coordinatore settore vitivinicolo dell’Alleanza Cooperative Italiane concludendo il dibattito. “Noi condividiamo pienamente – ha proseguito Rigotti – gli obiettivi della Commissione Europea in materia di salute. L’OMS punta l’indice contro gli abusi. Tutti i consumi eccessivi sono dannosi. Il vino fa parte del nostro patrimonio culturale oltre a essere un alfiere del made in Italy nel mondo e primeggiare nell’export dei nostri prodotti di qualità. Ippocrate padre della medicina scientifica, affermò che ‘il vino è cosa straordinariamente appropriata all’uomo se, nella salute come nella malattia, si amministra con giudizio e giusta misura, secondo la costituzione di ciascuno’. Sembra che 2500 anni non siano bastati. E noi oggi siamo qui per ribadirlo”.

Alina Fiordellisi
Ufficio stampa